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La Torbiera del Laione è è una grande zona umida che si trova, come il Lago Scanizzon, in provincia di Savona, però, a differenza di questo, si trova sul versante padano dello spartiacque appenninico, nei pressi del Prà Riondo, tra grandi faggete. Di solito la zona umida si presenta come una torbiera, ma accade spesso che durante il disgelo la conca si allaghi dando al Laione l'aspetto di lago (per questo in alcune pubblicazioni si ritrova il nome "Lago del Laione").

Origine della conca[]

Sulla genesi di questa torbiera sono state fatte molte ipotesi: il Rovereto, nella prima metà del novecento ipotizzò che la conca si fosse formata grazie a due frane provenienti dalla Costa della Taja in epoca post-glaciale[1].

In base a recenti studi si può affermare che la conca del Laione potrebbe essere una paleovalle glaciale che si andava a raccordare alla spianata di Piampaludo (dove si trova un'altra zona umida), ma che poi venne divisa in varie parti da successivi movimenti tettonici. In seguito fenomeni nivali durante l'ultima glaciazione avrebbero modificato più volte la conca, dove poi si sarebbe formato un lago, poi pian piano torbierizzato. Il processo di torbierizzazione è stato favorito dalla scarsa profondità iniziale del lago (studi recenti hanno calcolato circa 4 metri), dove si sono potute insediare massicciamente le igrofite, dalla scarsa impermeabilità della conca e dalla mancanza di immissari di una certa portata[2].

Accanto al Laione si trovano enormi "block streams" (cioè "fiumi di pietre"), grandi accumuli di massi da angolari a sub-angolari senza matrice fine, formatisi in ambiente periglaciale.

Per la maggior parte dell'anno il Laione si presenta come una torbiera, cioè una "prateria" fortemente impregnata d'acqua e formata da varie piante palustri.

L'alimentazione è data da piccoli ruscelli e da alcune sorgenti subdetritiche perenni che affiorano lungo le rive.

Fauna e flora[]

La torbiera, per via del clima che si trova in questo massiccio (inverni freddi e ricchi di neve e estati tiepide), ospita numerose piante palustri che si trovano anche nei laghetti e nelle torbiere alpine, a quote ben più alte, come la Caltha palustris, dalla caratteristica fioritura gialla, l'Eriophorum angustifolium e l' Eriophorum latifolium, che fioriscono con singolari pennacchi, il trifoglio palustre (Menyanthes trifoliata), l'elleborina palustre (Epipactis palustris), la parnassia (Parnassia palustris), la concordia (Orchis maculata) e la piccola Drosera rotundifolia, pianta carnivora che attira gli insetti con ghiandole che secernono una sostanza viscosa. La Drosera rotundifolia si trova in Liguria solo al Laione e ai Laghi delle Agoraie. Nell'acqua della torbiera galleggiano le foglie del Potamogeton natans, mentre sulle rive si può trovare un piccolo fungo rosso della famiglia delle igroforacee, l' Hygrocybe turunda.

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Il Laione in veste di torbiera (marzo 2007)

Riguardo alla fauna la torbiera ospita libellule e ditischi, rane temporarie, il raro tritone crestato, la salamandra pezzata e la natrice dal collare.

Visto che ci vivono tutte queste specie abbastanza rare, il Laione è recintato, e si trova in riserva parziale.

Il Laione in veste di lago[]

Di solito in primavera (se in inverno è nevicato abbastanza) il Laione viene allagato completamente. Si forma così un lago dall'acqua limpida esteso per circa 10000 mq, lungo al massimo 150 m, largo 75 m e profondo al massimo 1 metro o poco più.

L'acqua defluisce dal lago per via sotterranea, per poi sgorgare poco sotto e formare un ruscello che confluisce nel Rio del Nido.

Vie d'accesso

Il Laione può essere raggiunto in automobile da Masone (casello autostradale Masone-Campoligure), da cui si sale al Passo del Turchino e successivamente al Passo del Faiallo. Scesi a San Pietro d'Olba si devia a sinistra per Piampaludo e, salendo ancora pochi km si nota sulla destra la torbiera.

Un'alternativa è uscire dall'autostrada a Varazze, per poi salire in automobile al Monte Beigua e scendere al Prà Riondo. Scendendo ancora in direzione di Piampaludo si nota sulla sinistra la torbiera.

Volendo è possibile salire a piedi da Piampaludo, seguendo il sentiero segnalato con una X gialla.

Note[]

  1. D. Ferrando, Laghi di Liguria e "dintorni", Grafiche Amadeo, Imperia 2006
  2. A. Moroni, C. Bellavere, Laghi e pozze del versante nord dell'Appennino Settentrionale, Centro Italiano di Ricerca e di Educazione Ambientale - Dipartimento di Scienze Ambientali Università degli Studi di Parma, Parma 2001
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