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Il Lago di Bargone, conosciuto anche come Stagno della Roccagrande è un'interessante zona umida posta nell'alta valle del Torrente Petronio, alle spalle di Sestri Levante. È una delle pochissime zone umide naturali che si trovano sul versante marittimo dell'Appennino Ligure.

Lo stagno si trova in un'aperta conca poco incavata sulla testata del vallone del Torrente Bargonasco, uno dei principali affluenti del Petronio; l'area perennemente allagata (anche se in parte invasa da vegetazione palustre) occupa poco meno di metà della conca, che per il resto si presenta come una prateria. La conca è circondata dall'ampio rilievo del Monte Bocco (1024 m), dall'appuntito Monte Roccagrande (970 m) e dal roccioso Monte Treggin (871 m). La copertura vegetale è arbustiva, a bosso, e lascia ampi spazi a praterie, ghiaioni e rupi rocciose di diaspri e ofioliti. Probabilmente la formazione della conca è da connettersi con fenomeni glaciali.

Nonostante la poca profondità e il fatto che si trovi nei pressi del crinale montuoso, il Lago di Bargone non si prosciuga mai, grazie all'apporto di alcune sorgenti perenni. L'emissario scorre verso sud, costituendo uno dei rami sorgentizi del Torrente Bargonasco.

La zona è stata trasformata in area protetta a causa della grande abbondanza di specie protette che vi trovano il loro habitat. Tra le piante palustri si ricordano giunchi, ciperacee e graminacee; dal punto di vista della fauna, si trovano varie specie di anfibi (rana appenninica, rana agile, rana verde maggiore, ululone dal ventre giallo, raganella comune, tritone crestato, tritone alpestre), libellule, coleotteri acquatici e anche la natrice dal collare. Importante anche la presenza di circa 70 specie di uccelli, sia stanziali che migratori.

Studi archeologici e palinologici[]

Negli anni '70 l'area del Lago di Bargone fu soggetto di studi archeologici da parte degli studiosi Osvaldo Baffico e Augusto Nebiacolombo. Furono portati alla luce vari manufatti litici, attribuibili ad un periodo molto ampio, dal Paleolitico (circa 100000 anni fa) all'Età del Bronzo (1700 a.C.): da piccole schegge di diaspro a frecce e resti di ceramiche.

La Soprintendenza ai Beni Archeologici della Liguria, in collaborazione con l'Istituto di Archeologia dell'Università di Londra e il Dipartimento di Geografia dell'Holloway College, ha condotto studi sui sedimenti torbosi del Lago di Bargone, che hanno aiutato a ricostruire l'evoluzione della copertura vegetale e dell'effetto dell'attività umana sull'Appennino Ligure. Gli studi hanno anche rivelato che il Lago di Bargone ha il deposito torboso più antico della Liguria orientale nell'ambito del Postglaciale, risalente a circa 10000 anni fa.

Vie d'accesso[]

Usciti al casello di Sestri Levante, ci si dirige verso Casarza Ligure e si prosegue in direzione di Castiglione Chiavarese, imboccando poi a sinistra la diramazione che conduce a Bargone. Da Bargone ci sono tre percorsi possibili per raggiungere il lago:

1) Si segue il sentiero segnalato con una X rossa, che sale ripidamente al Colle d'Incisa (647 m) e alla vicina vetta del Monte Treggin. Un passaggio su cresta rocciosa porta alle pendici del Monte Roccagrande, da cui una strada sterrata taglia verso nord-est contornando la conca del Lago di Bargone (difficoltà: EE; 2.30 - 3 ore).

2) Si segue il segnavia "triangolo rosso vuoto", che sale per stradette e mulattiere al Passo di Bargone (908 m). Si segue quindi a sinistra una strada sterrata che contorna il Monte Bocco in lieve discesa portando alla conca del lago (difficoltà: E; 2.15 - 2.30 ore).

3) Si segue integralmente la strada sterrata che da Bargone sale al Passo di Bargone, da cui si prosegue a sinistra come per la possibilità 2 (difficoltà: T; 3 - 4 ore).

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